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Percorsi di visita

La collezione di abiti tra XV e XVII secolo

La preziosa collezione di abiti, prelevati dalle salme mummificate delle Arche Aragonesi, costituisce un’eccezionale testimonianza della storia del costume e della moda aragonese e napoletana tra Quattrocento e Seicento.

Alcuni armadi nella Sala del Tesoro custodiscono, all’interno di cassetti, l’importantissima collezione di abiti dal XV al XVII secolo. Queste preziose e rare testimonianze di storia della moda e del costume sono state prelevate dalle salme mummificate conservate nelle Arche Aragonesi, sistemate sul ballatoio pensile dell’attigua Sagrestia.

Il ricco patrimonio tessile di San Domenico Maggiore è stato parzialmente restaurato nell’ambito degli interventi promossi nell’ultimo ventennio del Novecento: in quell’occasione, i corpi dei personaggi illustri delle arche furono spogliati degli abiti con i quali furono inumati. I corredi funebri costituiscono una testimonianza materiale straordinaria della moda aragonese e napoletana tra la fine del Quattrocento e il Seicento. Cuscini, armi, farsetti, camicie, berrette, gonnelle, scarpe, calze, braghe, veli sono solo alcuni dei manufatti rinvenuti nelle tombe e custoditi nella Sala del Tesoro dal 2000.

All’interno degli armadi, adagiati in cassetti e identificati da cartellini, sono esposti alcuni indumenti dei corredi funerari dei sovrani aragonesi, Ferdinando I (†1494) e Ferdinando II d’Aragona (†1496), e di membri della corte napoletana, tra i quali: Pietro d’Aragona (†1552), Ferdinando Francesco d’Avalos (†1525), Maria d’Aragona (†1568), Ferdinando Orsini (†1549). Ben conservati, e allo stesso tempo commoventi, sono gli abiti infantili, appartenuti ad esponenti di illustri famiglie nobili napoletane, morti in tenera età.

Tra il 2019 e il 2020 nuovi interventi conservativi, promossi dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Comune di Napoli e finanziati dal FEC-Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, hanno interessato la collezione tutta. Questi lavori hanno permesso la messa in sicurezza di tutti gli indumenti e il restauro di una selezione di abiti. Tra questi, la gonnella di Isabella d’Aragona Sforza (†1520), esposta dopo il restauro nella Sala del Tesoro, nel nuovo allestimento che ha previsto l’introduzione di una riproduzione dell’abito funerario della duchessa collocato su un manichino.